domenica 20 dicembre 2015

Dicembre 2015


Eccomi qui ancora in questo angolo -in basso a destra- del mondo. Non scrivo da mesi e devo ammettere che non è stata solo la pigrizia a tenermi lontano dallo tastiera ma i tantissimi impegni e vicende che si sono susseguiti in questi mesi.


L’ultimo post risale a inizio Luglio quando lasciavo l’Australia per tornare in Italia per trascorrere l’estate a casa. Alla fine di questa rimpiango il fatto di non esserci  stato molto a casa, così come rimpiango il fatto di non aver avuto abbastanza tempo per stare insieme agli amici e alla mia famiglia.

Ci sono sempre tante, troppe cose da fare a casa ed è difficile riuscire ad incastrare a tutto, però ho passato veramente dei bei momenti: tornare a casa e trovare tutto come l’avevo lasciato o quasi, vedere il vivaio sempre più in evoluzione e ben tenuto grazie alle cure del Martino e del Papà, poter contare sempre sulla cara mamma, le zie  e zii e i miei cari nonni, che nonostante le loro fatiche e  affanni quotidiani continuano ad accoglierti sempre come benevolenza.

Una cosa è stata difficile: tornare e trovare il nonno in carrozzina. Ormai le sue gambe non sono più quelle di quell’uomo forte e instancabile con cui siamo cresciuti e sarei voluto rimanere ad aiutarli nelle piccole cose quotidiane.

Mi spiace veramente di aver trascorso poco tempo con tutti, come con Laura e Martino , i quali erano, fortunatamente per loro, presi con il lavoro, mentre gli altri erano giustamente impegnati nel trascorrere le proprie vacanze estive.

Tutto sommato è stata una lunga vacanza anche per me. Ho fatto il pendolare tra Milano e Toscana diverse volte per poter stare con Carlotta in quel bel paesino sul mare a me nuovo: Castiglioncello è stata la conferma che in Italia abbiamo dei posti bellissimi, anche se relativamente poco conosciuti e turistici.

Tra giornate in spiaggia sul litorale tirrenico, modeste surfate negli spot locali e gite nell’entroterra toscano mi sono convinto che probabilmente il posto in cui tornerei a vivere per il resto della mia vita è e sarà sempre l’Italia.
Ho speso piacevoli settimane con lei, i suoi familiari e i suoi conoscenti che anche lei non ha visto moltissimo a causa del tempo limitato.
 Carlotta a sua volta è venuta un 2-3 volte a far visita a Robecco e alle bellezze che ci circondano: bagni nei laghi, escursioni in montagna, discese in canoa sul nostro Ticino e passeggiate sul caro Naviglio in bicicletta.
  Ma l’Australia mi aspettava, o meglio mi avrebbe dato la possibilità di trascorrere un altro anno dove poter lavorare e vivere in un posto diverso per altri 12 mesi; questa idea è tutta da rivedere e di seguito capirete il perché.

Carlotta è riuscita ad ottenere il visto  dopo una lunga attesa, ma in tempo per prendere un biglietto solo poche settimane prima con la mia stessa meta: Brisbane, Australia. Partiamo entrambi il 7 Ottobre, ma volando su aerei diversi per ri-incontrarci poi a Bangkok. Ci sono volute decine di ore prima che i nostri corpi si siano potuti toccare nell’aeroporto più affollato del sud-est asiatico, ma eccoci di nuovo assieme ad affrontare l’ultima tratta del nostro viaggio di ritorno nella terra dei canguri.

Arriviamo a metà mattina all’aeroporto di Brisbane e ad accoglierci non c’è solo L’Andre con l’inseparabile compagno di viaggio Cody, ma anche quello spilungone di Andrea Cu, la nostra, in parte, trip-mate Iolanda e Marco da punt Novf! ...che sorpresa!

Tutti eccitati, stanchi e frastornati per il viaggio saltiamo in groppa a Cody in direzione Byron Bay! Il nostro primo weekend da “bentornati” è stato all’insegna di conoscenze della nuova compagnia che l’Andre in questi mesi si è creato.

Eccoci di nuovo qui. A parte un po’ di jet-leg iniziale riambientarsi non è stato difficile, avevamo una camera bell’è e pronta per noi appartenente ad una ragazza conoscente  dell’Andre, che se n’era andata per un periodo di due settimane e mezza, giusto il tempo per noi di riprendersi e trovare un’altra sistemazione.

Siamo arrivati da un’estate che finiva ad una che stava iniziando: di nuovo in infradito e costume, di nuovo tra gli aussie, tra i backpackers e tra gli innumerevoli italiani lontani da casa.

Sistemate le piccole cose burocratiche ecco che inizia l’incubo “trova il lavoro se ce la fai”: tra curriculum disseminati ovunque, prove pagate e non, qualcosina è venuto fuori, ma logicamente non siamo ancora soddisfatti entrambi.

Io alla fine ho trovato impiego in un ristorante come giardiniere/ manovalante  in settimana e cameriere nel week-end nello stesso: si chiama Fig Tree Restaurant, sta poco fuori Byron e organizza per lo più matrimoni offrendo un servizio catering in meravigliose locations nelle vicinanze di Byron.

Non mi trovo male, riesco a fare quello che volevo ma c’è da precisare che la paga potrebbe essere più sostanziosa (soprattutto se si paragona al Western Australia) e, altra nota dolente, il lavoro è discontinuo; si passa dal fare 6 giorni a settimana a “un bel niente”  come in questa corrente.

Il risultato di questa politica lavorativa attuata è che a Byron si lavora per campare e con il resto del tempo (tanto) tempo libero ci si gode la spiaggia, nella quale tra squali,  impossibilità di nuotare, bufere tropicali improvvise, ventaccio e onde non sempre buone a volte passa la voglia di andarci.
Ci sono giornate invece in cui ti senti baciato dalla fortuna; nuoti in acque cristalline, con tartarughe e delfini che ti sfrecciano accanto, cullati dal rumore delle onde oceaniche che si infrangono. Per quanto riguarda il surf le giornate da ricordare sono state rare, ma in quelle poche sembrava di essere all'interno di un video-spot di qualche famoso brand di accessori per surf. Una di queste fu un'affollata Domenica a Brocken Head, o più bella ancora è stata una sera, dopo il lavoro, nella sconfinata spiaggia di Tallow, dove con una tavola comprata la mattina stessa per 80 dollari ho cavalcato un'onda sinistra di una massa notevole.
Ma non possiamo lamentarci sulla casa: dopo che il tempo di permanenza nella prima camera è scaduto abbiamo subito trovano la nuova -e attuale- sistemazione in una casa vicina al centro e alle spiagge, in Shelley drive. Ci subaffittano la casa un’altra coppia di italiani (David e Teresa), praticamente ormai residenti qua, con il loro bimbo di tre anni Mattia.

Io e Carlotta abbiamo la nostra camera con bagnetto privato, la casa è molto spaziosa e luminosa e il discreto giardino nel cortile interno mi ha permesso di creare un piccolo orto completamente protetto da reti anti bush-turkey (i tacchini selvatici), che avevano deciso di allestire il loro enorme nido proprio in giardino.
*Nelle foto sotto potrete vedere il "prima" e "dopo" di quello che è diventato il nostro veggie-garden, in cui stanno crescendo zucche, zucchini, fagiolini, peperoni, melanzane, pomodori, chilli, basilico...

Per costruire questi grossi nidi questi tacchini accumulano tutto il materiale trovato nei dintorni, tutto ma proprio tutto! Rami, foglie, plastica, qualunque oggetto incustodito, sono dei rastrelli che raccattano il possibile per accumularlo in mucchi di un paio di metri di diametro che altro non sarebbero che i loro nidi.

L’unico modo per far crescere qualcosa è stato quello di ricoprire tutta l’area dedicata all’orto con una pratica rete anti-uccelli.

Qua non mancano gli spazi per tutti gli oggetti che ci portiamo appresso da mesi. Dò spazio alla mia fantasia nel realizzare oggetti con materiale di recupero trovato qua e là, come fanno i tacchini…  con tutto quello che viene lasciato fuori dalle casa perché non più utilizzato e che puoi prendere liberamente in Australia potresti arredare casa solo girando per le vie accaparrandoti tutto quello che altrimenti andrebbe buttato!

Io e Carlotta, con alti e bassi soprattutto dovuti ai piccoli stress quotidiani, stiamo comunque bene. Il lavoro serio fatica ad arrivare ma ci stiamo arrangiando, adesso lei ha una prova in un grande resort alle porte di Byron, speriamo vada bene!
Fin’ora se l’è cavata con lavoretti di pulizia per privati, come cameriera per il mio stesso ristorante e non solo, e anche lavorando impacchettando uova in una farm nelle vicinanze.

L’Andre dopo essersi assentato per un mese di folli avventure in Vietnam a bordo di vecchia motocicletta è tornato giusto qualche giorno da noi per recuperare le sue cose ed il van, per poi ripartire e concludere il suo tour australiano percorrendo l’ultimo tratto mancante, ovvero la Tasmania e Melbourne.
Sarà da solo fino all’imbarco per l’isola, momento in cui verrà raggiunto da Andre Cu. Ancora una volta insieme per una nuova avventura.

Ora che il van non c’è più  io e Carlotta ci siamo presi una macchina, o meglio l’acquisto è stato da parte sua, e siamo stati fortunati perché sembrerebbe un buon affare: 1450 $ per una Younday Excel, bianca, piccolina, che consuma poco e ci porta ovunque!
Speriamo in bene!

Dopo due mesi dal mio arrivo in Australia non posso dire di aver ritrovato tutto quello che mi aspettavo, e penso che anche Carlotta  sia d’accordo con me; pazientiamo ancora un po’ e poi vedremo sul da farsi. Pure le onde non sono quasi mai belle, ci saranno stati sì e no una decina di giorni buoni.

Altra pecca è il lavoro, che oltre a scarseggiare, devo puntualizzare che in Australia è proprio mal organizzato, o meglio sarebbe ok se non fosse per i lavoratori che fanno tutto senza usare il cervello, applicando la regola del famoso detto in dialetto milanese: “fa’ e disfà le tut un laurà!”…ma nel vero senso della parola!

Rimpiango il periodo in cui lavoravo con mio fratello per noi stessi, in cui tutto era organizzato alla perfezione: non esisteva fare strade a vuoto, non mettersi in azione senza prima aver pianificato bene e nei minimi dettagli. Qua invece problemi elementari risultano diventare degli ostacoli, causando grosse ed inutili perdite di tempo. Ormai i miei datori sembrano aver capito che non sono il primo pirla di passaggio, chiedendomi consigli ed opinioni sul da farsi; la cosa mi fa piacere ma spero che possa presto tradursi in qualcosa di meglio per il mio immediato futuro lavorativo.

A volte rimango allibito dai loro metodi lavorativi; dall’altra parte c’è da ammirare il fatto che non dedichino la loro vita al lavoro e si possano permettere di lavorare poco…beh, grazie con gli stipendi medi che si beccano gli australiani ce la faremmo anche tutti noi a sbarcare il lunario lavorando 30 ore a settimana!



Nell'ultima settimana sono stato "assunto" anche da un iraniano, ormai residente in Australia da anni,il quale all'interno del motel di sua proprietà sta restaurando una casa   -che in teoria- doveva essere pronta tempo fa'. Ma i lavori procedono lenti: ecco che arriva il mio contributo, con l'imbiancatura prima di porte e ritocchi, poi le cure del giardino per un paio di lunghe giornate, passate a fare un po' di tutto (aiuole, stradine in ghiaia, ecc.).

Insomma, ancora il lavoro sicuro, continuo e soprattutto ben pagato non è arrivato, ormai si spera nel prossimo anno.

Continuo intanto a raccattare qualunque cosa trovo lungo la strada e ai garage-sail. L'ultimo sabato, ovvero ieri, gli acquisti sono stati consistenti:

2 racchette da tennis più palline  20 $
2 sacche a calza tavole 10 $
accessori go pro 8 $
pacco 20 bicchieri rossi da festa 1 $
adattatore corrente1 $
750 g miele artigianale 5 $
vestito carlotta 1 $
borsa per carlotta 1 $
mezzo pacco cd vuoti 50 cent 
tagliaerba a motore più tanica benzina 10 $


tot  57,5 $, (all'incirca 35 euro)

che  affaroni!!!!! 

Carlotta è stata assunta nel resort, sta lavorando costantemente ed è uno dei pochi posti in cui pagano come dovrebbe essere per legge la paga Australiana, anche se essendo un posto fighetto rompono su tutto: presentazione in primis (si è dovuta togliere il piercing al  naso e all'orecchio), mentre oggi che era Domenica e avrebbe dovuto iniziare alle 7,30am è stata mandata a casa per 5 minuti di ritardo. Lunedì recupererà il turno ma senza la paga maggiorata del week-end ovviamente... sicuramente oggi non essendo busy non c'era realmente bisogno di un'altra persona ed è stata mandata via con questa scusa banale.

Ma ripeto, non possiamo lamentarci perché stiamo vivendo in un bellissimo posto e, forse, questo è quello che conta veramente…

Cogliamo l'occasione per fare tanti auguri di buon Natale e buone feste a tutti!!!
Che la magia del Natale e il nuovo anno portino cose belle a tutti
In particolare vorrei fare tanti auguri per una pronta guarigione del Nonno e che possa trascorrere questo Natale in compagnia dei suoi cari... FORZA LUIS!!!

Un grosso abbraccio da Luca e Carlotta