Dicembre 2015
Eccomi qui ancora in questo angolo -in
basso a destra- del mondo. Non scrivo da mesi e devo ammettere che non è stata
solo la pigrizia a tenermi lontano dallo tastiera ma i tantissimi impegni e
vicende che si sono susseguiti in questi mesi.
L’ultimo post risale a inizio Luglio
quando lasciavo l’Australia per tornare in Italia per trascorrere l’estate a
casa. Alla fine di questa rimpiango il fatto di non esserci stato
molto a casa, così come rimpiango il fatto di non aver avuto abbastanza tempo
per stare insieme agli amici e alla mia famiglia.
Ci sono sempre tante, troppe cose da
fare a casa ed è difficile riuscire ad incastrare a tutto, però ho passato
veramente dei bei momenti: tornare a casa e trovare tutto come l’avevo lasciato
o quasi, vedere il vivaio sempre più in evoluzione e ben tenuto grazie alle
cure del Martino e del Papà, poter contare sempre sulla cara mamma, le
zie e zii e i miei cari nonni, che nonostante le loro fatiche
e affanni quotidiani continuano ad accoglierti sempre come
benevolenza.
Una cosa è stata difficile: tornare e
trovare il nonno in carrozzina. Ormai le sue gambe non sono più quelle di
quell’uomo forte e instancabile con cui siamo cresciuti e sarei voluto rimanere
ad aiutarli nelle piccole cose quotidiane.
Mi spiace veramente di aver trascorso
poco tempo con tutti, come con Laura e Martino , i quali erano, fortunatamente
per loro, presi con il lavoro, mentre gli altri erano giustamente impegnati nel
trascorrere le proprie vacanze estive.
Tutto sommato è stata una lunga vacanza
anche per me. Ho fatto il pendolare tra Milano e Toscana diverse volte per
poter stare con Carlotta in quel bel paesino sul mare a me nuovo:
Castiglioncello è stata la conferma che in Italia abbiamo dei posti bellissimi,
anche se relativamente poco conosciuti e turistici.
Tra giornate in spiaggia sul litorale
tirrenico, modeste surfate negli spot locali e gite nell’entroterra toscano mi
sono convinto che probabilmente il posto in cui tornerei a vivere per il resto
della mia vita è e sarà sempre l’Italia.
Ho speso piacevoli settimane con lei, i
suoi familiari e i suoi conoscenti che anche lei non ha visto moltissimo a
causa del tempo limitato.
Carlotta a sua volta è venuta un
2-3 volte a far visita a Robecco e alle bellezze che ci circondano: bagni nei
laghi, escursioni in montagna, discese in canoa sul nostro Ticino e passeggiate
sul caro Naviglio in bicicletta.
Ma l’Australia mi
aspettava, o meglio mi avrebbe dato la possibilità di trascorrere un altro anno
dove poter lavorare e vivere in un posto diverso per altri 12 mesi; questa idea
è tutta da rivedere e di seguito capirete il perché.
Carlotta è riuscita ad ottenere il
visto dopo una lunga attesa, ma in tempo per prendere un biglietto
solo poche settimane prima con la mia stessa meta: Brisbane, Australia.
Partiamo entrambi il 7 Ottobre, ma volando su aerei diversi per ri-incontrarci
poi a Bangkok. Ci sono volute decine di ore prima che i nostri corpi si siano
potuti toccare nell’aeroporto più affollato del sud-est asiatico, ma eccoci di
nuovo assieme ad affrontare l’ultima tratta del nostro viaggio di ritorno nella
terra dei canguri.
Arriviamo a metà mattina all’aeroporto
di Brisbane e ad accoglierci non c’è solo L’Andre con l’inseparabile compagno
di viaggio Cody, ma anche quello spilungone di Andrea Cu, la nostra, in parte,
trip-mate Iolanda e Marco da punt Novf! ...che sorpresa!
Tutti eccitati, stanchi e frastornati
per il viaggio saltiamo in groppa a Cody in direzione Byron Bay! Il nostro
primo weekend da “bentornati” è stato all’insegna di conoscenze della nuova
compagnia che l’Andre in questi mesi si è creato.
Eccoci di nuovo qui. A parte un po’ di
jet-leg iniziale riambientarsi non è stato difficile, avevamo una camera bell’è
e pronta per noi appartenente ad una ragazza conoscente dell’Andre,
che se n’era andata per un periodo di due settimane e mezza, giusto il tempo
per noi di riprendersi e trovare un’altra sistemazione.
Siamo arrivati da un’estate che finiva
ad una che stava iniziando: di nuovo in infradito e costume, di nuovo tra gli
aussie, tra i backpackers e tra gli innumerevoli italiani lontani da casa.
Sistemate le piccole cose burocratiche
ecco che inizia l’incubo “trova il lavoro se ce la fai”: tra curriculum
disseminati ovunque, prove pagate e non, qualcosina è venuto fuori, ma
logicamente non siamo ancora soddisfatti entrambi.
Io alla fine ho trovato impiego in un
ristorante come giardiniere/ manovalante in settimana e cameriere
nel week-end nello stesso: si chiama Fig Tree Restaurant, sta poco fuori Byron
e organizza per lo più matrimoni offrendo un servizio catering in meravigliose
locations nelle vicinanze di Byron.
Non mi trovo male, riesco a fare quello
che volevo ma c’è da precisare che la paga potrebbe essere più sostanziosa
(soprattutto se si paragona al Western Australia) e, altra nota dolente, il
lavoro è discontinuo; si passa dal fare 6 giorni a settimana a “un bel
niente” come in questa corrente.
Il risultato di questa politica
lavorativa attuata è che a Byron si lavora per campare e con il resto del tempo
(tanto) tempo libero ci si gode la spiaggia, nella quale tra
squali, impossibilità di nuotare, bufere tropicali improvvise,
ventaccio e onde non sempre buone a volte passa la voglia di andarci.
Ci sono giornate invece in cui ti senti
baciato dalla fortuna; nuoti in acque cristalline, con tartarughe e delfini che
ti sfrecciano accanto, cullati dal rumore delle onde oceaniche che si
infrangono. Per quanto riguarda il surf le giornate da ricordare sono state
rare, ma in quelle poche sembrava di essere all'interno di un video-spot di
qualche famoso brand di accessori per surf. Una di queste fu un'affollata
Domenica a Brocken Head, o più bella ancora è stata una sera, dopo il lavoro,
nella sconfinata spiaggia di Tallow, dove con una tavola comprata la mattina
stessa per 80 dollari ho cavalcato un'onda sinistra di una massa notevole.
Ma non possiamo lamentarci sulla casa:
dopo che il tempo di permanenza nella prima camera è scaduto abbiamo subito
trovano la nuova -e attuale- sistemazione in una casa vicina al centro e alle
spiagge, in Shelley drive. Ci subaffittano la casa un’altra coppia di italiani
(David e Teresa), praticamente ormai residenti qua, con il loro bimbo di tre
anni Mattia.
Io e Carlotta abbiamo la nostra camera
con bagnetto privato, la casa è molto spaziosa e luminosa e il discreto
giardino nel cortile interno mi ha permesso di creare un piccolo orto
completamente protetto da reti anti bush-turkey (i tacchini selvatici), che
avevano deciso di allestire il loro enorme nido proprio in giardino.
*Nelle foto sotto potrete vedere il
"prima" e "dopo" di quello che è diventato il nostro
veggie-garden, in cui stanno crescendo zucche, zucchini, fagiolini, peperoni,
melanzane, pomodori, chilli, basilico...
Per costruire questi grossi nidi questi
tacchini accumulano tutto il materiale trovato nei dintorni, tutto ma proprio
tutto! Rami, foglie, plastica, qualunque oggetto incustodito, sono dei
rastrelli che raccattano il possibile per accumularlo in mucchi di un paio di
metri di diametro che altro non sarebbero che i loro nidi.
L’unico modo per far crescere qualcosa
è stato quello di ricoprire tutta l’area dedicata all’orto con una pratica rete
anti-uccelli.
Qua non mancano gli spazi per tutti gli
oggetti che ci portiamo appresso da mesi. Dò spazio alla mia fantasia nel
realizzare oggetti con materiale di recupero trovato qua e là, come fanno i
tacchini… con tutto quello che viene lasciato fuori dalle casa
perché non più utilizzato e che puoi prendere liberamente in Australia potresti
arredare casa solo girando per le vie accaparrandoti tutto quello che
altrimenti andrebbe buttato!
Io e Carlotta, con alti e bassi
soprattutto dovuti ai piccoli stress quotidiani, stiamo comunque bene. Il
lavoro serio fatica ad arrivare ma ci stiamo arrangiando, adesso lei ha una
prova in un grande resort alle porte di Byron, speriamo vada bene!
Fin’ora se l’è cavata con lavoretti di
pulizia per privati, come cameriera per il mio stesso ristorante e non solo, e
anche lavorando impacchettando uova in una farm nelle vicinanze.
L’Andre dopo essersi assentato per un
mese di folli avventure in Vietnam a bordo di vecchia motocicletta è tornato
giusto qualche giorno da noi per recuperare le sue cose ed il van, per poi
ripartire e concludere il suo tour australiano percorrendo l’ultimo tratto
mancante, ovvero la Tasmania e Melbourne.
Sarà da solo fino all’imbarco per
l’isola, momento in cui verrà raggiunto da Andre Cu. Ancora una volta insieme
per una nuova avventura.
Ora che il van non c’è
più io e Carlotta ci siamo presi una macchina, o meglio l’acquisto è
stato da parte sua, e siamo stati fortunati perché sembrerebbe un buon affare:
1450 $ per una Younday Excel, bianca, piccolina, che consuma poco e ci porta
ovunque!
Speriamo in bene!
Dopo due mesi dal mio arrivo in Australia
non posso dire di aver ritrovato tutto quello che mi aspettavo, e penso che
anche Carlotta sia d’accordo con me; pazientiamo ancora un po’ e poi
vedremo sul da farsi. Pure le onde non sono quasi mai belle, ci saranno stati
sì e no una decina di giorni buoni.
Altra pecca è il lavoro, che oltre a
scarseggiare, devo puntualizzare che in Australia è proprio mal organizzato, o
meglio sarebbe ok se non fosse per i lavoratori che fanno tutto senza usare il
cervello, applicando la regola del famoso detto in dialetto milanese: “fa’ e
disfà le tut un laurà!”…ma nel vero senso della parola!
Rimpiango il periodo in cui lavoravo
con mio fratello per noi stessi, in cui tutto era organizzato alla perfezione:
non esisteva fare strade a vuoto, non mettersi in azione senza prima aver
pianificato bene e nei minimi dettagli. Qua invece problemi elementari
risultano diventare degli ostacoli, causando grosse ed inutili perdite di
tempo. Ormai i miei datori sembrano aver capito che non sono il primo pirla di
passaggio, chiedendomi consigli ed opinioni sul da farsi; la cosa mi fa piacere
ma spero che possa presto tradursi in qualcosa di meglio per il mio immediato
futuro lavorativo.
A volte rimango allibito dai loro
metodi lavorativi; dall’altra parte c’è da ammirare il fatto che non dedichino
la loro vita al lavoro e si possano permettere di lavorare poco…beh, grazie con
gli stipendi medi che si beccano gli australiani ce la faremmo anche tutti noi
a sbarcare il lunario lavorando 30 ore a settimana!
Nell'ultima settimana
sono stato "assunto" anche da un iraniano, ormai residente in
Australia da anni,il quale all'interno del motel di sua proprietà sta
restaurando una casa -che in teoria- doveva essere pronta tempo fa'. Ma
i lavori procedono lenti: ecco che arriva il mio contributo, con l'imbiancatura
prima di porte e ritocchi, poi le cure del giardino per un paio di lunghe
giornate, passate a fare un po' di tutto (aiuole, stradine in ghiaia,
ecc.).
Insomma, ancora il lavoro sicuro,
continuo e soprattutto ben pagato non è arrivato, ormai si spera nel prossimo
anno.
Continuo intanto a raccattare qualunque
cosa trovo lungo la strada e ai garage-sail. L'ultimo sabato, ovvero ieri, gli
acquisti sono stati consistenti:
2 racchette da tennis più palline 20 $
2
sacche a calza tavole 10 $
accessori
go pro 8 $
pacco
20 bicchieri rossi da festa 1 $
adattatore
corrente1 $
750 g
miele artigianale 5 $
vestito
carlotta 1 $
borsa
per carlotta 1 $
mezzo
pacco cd vuoti 50 cent
tagliaerba
a motore più tanica benzina 10 $
tot
57,5 $, (all'incirca 35 euro)
che
affaroni!!!!!
Carlotta è stata assunta nel resort,
sta lavorando costantemente ed è uno dei pochi posti in cui pagano come
dovrebbe essere per legge la paga Australiana, anche se essendo un posto
fighetto rompono su tutto: presentazione in primis (si è dovuta togliere il
piercing al naso e all'orecchio), mentre oggi che era Domenica e avrebbe
dovuto iniziare alle 7,30am è stata mandata a casa per 5 minuti di ritardo.
Lunedì recupererà il turno ma senza la paga maggiorata del week-end
ovviamente... sicuramente oggi non essendo busy non c'era realmente bisogno di
un'altra persona ed è stata mandata via con questa scusa banale.
Ma ripeto, non possiamo lamentarci
perché stiamo vivendo in un bellissimo posto e, forse, questo è quello che
conta veramente…
Cogliamo l'occasione per fare tanti auguri di buon Natale e
buone feste a tutti!!!
Che la magia del Natale e il nuovo anno portino cose belle a
tutti
In particolare vorrei fare tanti auguri per una pronta
guarigione del Nonno e che possa trascorrere questo Natale in compagnia dei
suoi cari... FORZA LUIS!!!
Un grosso abbraccio da Luca e Carlotta